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Campo Vallemaggia

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Campo Vallemaggia 2018-01-22T10:04:25+00:00

La maggior parte delle persone che arriva per la prima volta a Campo Valle Maggia (1300 m) non riesce a trattenere un’espressione di stupore. Dopo aver infatti attraversato il serio (per non dire tetro) fondovalle da Locarno e Cevio e percorso l’aspra Valle Rovana, riesce difficile credere che alla fine del percorso la durezza delle montagne possa cedere il passo a un ampio anfiteatro costituito dalle frazioni di Campo e di Cimalmotto del comune di Campo Vallemaggia.

Riesce anche difficile capire come in fondo a questa Valle , e in modo particolare a Campo, possano sorgere monumenti importanti come la Chiesa dedicata a San Bernardo di Chiaravalle e i palazzi Pedrazzini.

Occorre allora sapere che nel passato, in particolare nel XVII° e XVIII° secolo la comunità di Campo era particolarmente fiorente, e questo grazie in particolare all’intraprendenza dei suoi abitanti e delle loro famiglie (in primis ma non soltanto i Pedrazzini) che operavano su vari fronti commerciali in Germania, in Italia, in Gran Bretagna.

Lo spopolamento, fattosi importante già nel XIX° secolo e per certi versi drammatico nel secolo scorso, ha privato Campo di risorse umane ma non dei segni del suo passato importante, che ancor oggi ne fanno meta di turismo paesaggistico e culturale.

Purtroppo l’immagine del Paese non viene accostata soltanto all’importanza del suo passato, ma anche, al movimento del terreno determinato dal progressivo scivolamento dell’altipiano di Campo verso il fiume Rovana. Il fenomeno, diventato molto preoccupante nella seconda metà del XX° secolo, è oggi stabilizzato grazie alle importanti opere finanziate dalla Confederazione e dal Cantone, ma il fronte della frana, ben visibile dalla frazione di Cimalmotto, rimane un segno forte della forza della natura e della necessità di usarle massimo rispetto (fra le cause del movimento del terreno vi è certamente stata la commercializzazione spinta del legname che da una parte ha privato il terreno di stabilità e dall’altra, tramite la fluttuazione, ha smosso il già precario equilibrio dell’altipiano Campese).

Campo non vive solo di passato e di memoria. Due progetti degli anni recenti stanno infatti dimostrando che la località vuole guardare al futuro. Il primo è l’opera di recupero della Chiesa di San Bernardo che si presenta oggi come uno degli edifici religiosi più importanti e interessanti della Valle Maggia. Il secondo è l’apertura della Locanda Fior di Campo: un’iniziativa turistica di grande qualità che fa capo al promotore Vincenzo Pedrazzini.

La chiesa di San Bernardo a Campo Vallemaggia

Tra i vari edifici storici di pregio, la chiesa parrocchiale di San Bernardo a Campo Vallemaggia costituisce probabilmente quello oggettivamente più importante.

L’edificio si presenta come una costruzione di epoca probabilmente tardomedievale, successivamente ampliata nel periodo barocco con apporti significativi di pregio nel campo dello stucco, della pittura (per la quale è attestata la presenza, a metà del Settecento, di Giuseppe Mattia Borgnis di Craveggia) e dell’artigianato. Esso costituisce, con l’annesso imponente campanile, una testimonianza di edificio sacro che merita salvaguardia e di protezione.

L’appartenenza della chiesa di San Bernardo ai beni culturali di interesse cantonale e la relativa iscrizione nel relativo elenco sono state decretate il 31 gennaio 1986 dall’allora Dipartimento dell’Ambiente. L’edificio è protetto anche specificatamente in base alla legislazione federale.

Il dissesto geologico della zona, meglio noto come “frana di Campo”, ha nel corso dei decenni danneggiato in modo grave la struttura stessa dell’edificio che, unico nel suo genere, tra il 1892 ed il 2010 ha subito un movimento orizzontale di 30,8 metri lineari e un movimento verticale di 7,2 metri lineari!

I primi lavori dell’importante restauro – svolti tra il 1985 ed il 1987 – hanno pertanto avuto quale scopo il consolidamento della struttura. Detti lavori hanno permesso di salvare la chiesa, consentendo, dopo il risanamento idrogeologico dell’altipiano di Campo avvenuto negli Anni Novanta, di mettere in cantiere, nel 2008, il restauro generale dell’edificio.

Il restauro generale si è rivelato un’operazione complessa, agevolata però dall’indiscusso pregio artistico ed architettonico dell’oggetto, nonché dalla disponibilità iniziale di un’importante somma di denaro che la compianta signora Ines Fiori, nata Tunzini (1919-2001) aveva destinato, tramite apposita fondazione, proprio al restauro ed alla cura della chiesa di San Bernardo. Altre fondazioni private, la popolazione e, come detto, le istituzioni preposte alla tutela dell’edificio hanno permesso la conclusione dei lavori.

Il restauro generale ha coinvolto gli stucchi, gli arredi lapidei e la meravigliosa campagna di affreschi dell’artista Giuseppe Mattia Borgnis.

Domenica 18 agosto 2013 si è tenuta la cerimonia di riapertura ufficiale al culto della chiesa di San Bernardo, con la S. Messa solenne celebrata da Mons. Vescovo Pier Giacomo Grampa.

In concomitanza con l’ultimazione della parte essenziale dei lavori di restauro della chiesa di San Bernardo è stato pubblicato, a cura dell’avv. Franco Pedrazzini, il volume Campo Vallemaggia e la chiesa di San Bernardo: ieri, oggi e domani. Lo sforzo editoriale stato svolto non tanto per celebrare il passato o per fissare il presente come in fotografia, bensì soprattutto per offrire qualche spunto di riflessione sul futuro di Campo e della sua chiesa. Il libro è suddiviso in tre parti principali.

a) Nella sua prima parte, dal titolo Campo Vallemaggia: ieri, oggi e domani, il volume offre un’introduzione storica riassuntiva su Campo (Gisela Pedrazzini), un inedito approfondimento sul dissesto geologico del comparto (ing. Elio Genazzi) e una riflessione oggettiva sul futuro del paese (avv. Luigi Pedrazzini).

b) Nella sua seconda parte, intitolata La chiesa di San Bernardo: ieri, oggi e domani, il volume presenta una serie di informazioni storico-architettoniche precise e circostanziate sull’edificio (arch. Maria Rosaria Regolati-Duppenthaler), un esposto circa la campagna di affreschi di Giuseppe Mattia Borgnis (lic. phil. Ilaria Filardi Canevascini), una simpatica e toccante rievocazione della sagra di San Bernardo del 20 agosto 1930 (prof. Alberto Pedrazzini), una digressione sulle campane di San Bernardo (dr. med. Francesco Pedrazzini), un testo sulla fruizione liturgica della chiesa (don Jean Luc Martin) ed anche un’interessante e coraggiosa serie di proposte sull’uso extra-liturgico futuro dell’edificio (mons. Pier Giacomo Grampa).

c) La terza parte del libro è dedicata al restauro vero e proprio e comprende una breve spiegazione sui principi del restauro (Patrizio Pedrioli e Lara Calderari), la sua cronaca (arch. Maria Rosaria Regolati-Duppenthaler), e i vari testi dei numerosi artigiani intervenuti.

Il libro, stampato in 1000 esemplari dalla Tipografia Pedrazzini di Locarno, è disponibile al prezzo di CHF 35.-. Esso può essere ordinato presso la Tipografia Pedrazzini SA (091 751 77 34; print@pedrazzinitipografia.ch).

(Franco, luglio 2017)

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